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The present text includes some conceptual maps, aimed at defining the potential role of Community-based cooperatives in revitalising Italian inner areas. The conclusions show the great importance of these cooperatives, which are considered as a key factor in favouring local development, and in arresting demographic decline in marginal areas. Though based on the results obtained with respect to Molise region, these findings can be extended to any other Italian inner area.
It is available online at https://doi.org/10.36253/978-88-5518-168-6.06
Capitolo 5
Conclusioni
Luigi Mastronardi, Luca Romagnoli
La ricerca ha sviluppato un approccio utile alla costituzione e sviluppo delle cooperative di comunità nelle aree interne dell’Italia.
La seguente Figura 5.1 riassume le fasi evolutive del processo di costituzione delle cooperative di comunità, che parte dagli enti di gestione dei beni comuni, transita per le cooperative di produzione di beni e servizi (es. cooperative elettriche), e di recente assume la forma della cooperativa di comunità.
L’impianto metodologico-operativo, seguendo le linee progettuali indicate nell’Introduzione, ha permesso di raggiungere i seguenti risultati:
1. Delineare una strategia per individuare il grado di vulnerabilità sociale, economica e ambientale del territorio;
2. Definire i fabbisogni delle comunità locali;
3. Indicare il ruolo di ipotetiche cooperative di comunità a supporto dei fabbisogni individuati;
4. Evidenziare i diversi canali di finanziamento di eventuali costituende cooperative di comunità;
5. Validare, mediante lo studio di scenario, la fattibilità dell’idea progettuale.
Lo sviluppo del percorso di ricerca, e la sua applicazione empirica riferita al Molise, ha condotto alla elaborazione delle mappe concettuali riportate nelle Figura da 5.2 a 5.5.
I risultati della ricerca, sia pure di livello regionale, possono essere traslate su scala nazionale, in quanto le problematiche che affliggono le aree interne del Paese sono piuttosto simili, come risulta dalla più volte citata SNAI.
1. Come si evince dalla Figura 5.2, lo spopolamento, a volte amplificato dalle catastrofi naturali, dalle condizioni orografiche e dalla crisi economica che in questi territori fa sentire i suoi effetti da ormai molti decenni, rappresenta l’elemento di maggior criticità.
Lo spopolamento ha ricadute negative a livello sociale, economico e territoriale, con l’inarrestabile processo di senilizzazione (che a sua volta causa la chiusura delle scuole), la cessazione delle attività produttive e il progressivo degrado ambientale a causa della mancata cura dei territori.
2. La Figura 5.3 mostra i principali fabbisogni comunitari individuati: creazione di nuovi posti di lavoro, potenziamento dell’offerta di servizi alle persone e alle imprese e cura del territorio. Contestualmente, la figura riporta anche le modalità e i mezzi per far fronte alle esigenze delle comunità che sono emerse, nel corso dell’indagine diretta, dalle opinioni dei rappresentanti istituzionali. Fra gli interventi, si segnala la necessità di implementare efficaci politiche fiscali per creare opportunità di investimento, nonché nuovi posti di lavoro. Facilità di accesso a nuovi finanziamenti e valide capacità progettuali sono le richieste maggiormente emerse per potenziare l’offerta di servizi. L’elaborazione di politiche territoriali e un piano di investimenti mirato alla gestione del territorio sono anch’essi fra le necessità rilevate nel corso della ricerca.
3. La Figura 5.4 definisce il ruolo potenziale della cooperativa di comunità in termini sociali, economici e territoriali.
La cooperativa di comunità può concorrere alla valorizzazione delle risorse umane, creando opportunità di lavoro soprattutto in agricoltura, recuperando terreni abbandonati e a uso civico, e può tutelare il territorio attraverso lo svolgimento dei servizi di manutenzione, cura e tutela dello stesso. Altre attività di rilievo possono essere quelle di carattere socio-assistenziale e culturale.
4. Il finanziamento della cooperativa di comunità, dalla fase della sua costituzione a quella delle attività correnti, può avvenire attraverso uno o più dei canali indicati in Figura C.5. Gli strumenti di credito cooperativo includono Cooperfidi e Fondosviluppo come linee di particolare interesse.
5. Dallo studio di scenario è emerso come sia fondamentale, per le cooperative di comunità, riuscire a capitalizzare le risorse per il finanziamento delle attività e per l’acquisto di fattori produttivi; infatti, maggiore è la capitalizzazione patrimoniale, migliore sarà la propensione alla crescita economica e allo sviluppo aziendale. Le cooperative più capitalizzate presentano alti valori di capitale sociale e patrimonio netto che permettono di programmare e realizzare una spesa per gli investimenti mirata ed efficiente. In questo modo si riesce a minimizzare l’esposizione debitoria nei confronti di istituti bancari e finanziari. Le cooperative correttamente patrimonializzate, infatti, riescono a limitare il peso dei debiti, sia bancari che non, sul fatturato realizzato, anche nel caso in cui registrino elevati valori assoluti in termini di debito.
Gli aspetti economici analizzati delle cooperative mostrano elementi simili a quelli delle imprese tradizionali, come alti costi del lavoro e un valore aggiunto crescente. Questo scenario rispetta anche la mission, lo scopo mutualistico, le finalità e principi dell’attività cooperativa.
Gli indicatori di redditività mostrano valori soddisfacenti. I valori del ROI testimoniano la convenienza delle cooperative a capitalizzare internamente il patrimonio così da limitare l’esposizione debitoria e gestire l’attività produttiva con risorse proprie che fruttano un ritorno di reddito maggiore. I valori medi del ROE risultano negativi e ciò evidenzia come le cooperative, ricorrendo al capitale di rischio, vanno a erodere ricchezza. I valori del ROS sono in media piuttosto bassi e questo mette in luce la scarsa capacità delle cooperative a remunerare i flussi dei ricavi e delle vendite.
In conclusione, la ricerca ha messo in luce le potenzialità delle cooperative di comunità nel processo di rigenerazione e sviluppo delle aree interne italiane, definendo un nuovo modello di sviluppo basato su principi cooperativi, in considerazione di nuove forme d’impresa in coerenza con gli indirizzi sia della SNAI sia delle programmazioni regionali.
Lo studio ha dimostrato come le cooperative di comunità possano ambire a un ruolo di attore primario nel soddisfare i bisogni collettivi: sociali, sanitari, educativi, culturali, ecologici, ambientali, produttivi.
Giunti al termine del percorso, alcuni limiti della ricerca vanno discussi.
In primo luogo, si evidenzia come il percorso metodologico proposto sia validamente utilizzabile soprattutto per i territori classificati aree interne ai sensi della SNAI, in quanto regioni caratterizzate da particolari profili di vulnerabilità socio-economica, ambientale e istituzionale.
In secondo luogo, le soluzioni proposte tengono conto delle caratteristiche dell’area di studio considerata, e la loro riproducibilità va verificata caso per caso.
Infine, il metodo trova gli stessi limiti intrinseci di ogni altra tecnica quali-quantitativa basata sulla raccolta dati: esso sarà tanto più valido, quanto più gli indicatori prescelti sono atti alla corretta descrizione del fenomeno, e i dati a essi relativi attendibili e tempestivi.
In ogni caso, i risultati del presente lavoro forniscono utili informazioni per delineare linee strategiche, finalizzate a promuovere le cooperative di comunità, con l’obiettivo di ottimizzare i loro effetti positivi sul piano sociale, economico e ambientale in considerazione delle specificità del contesto territoriale di riferimento.